|
Tutto quello che avreste voluto sapere... | ||
"Suono l'organetto perché la fisarmonica non mi piace...". Quante volte l'abbiamo sentita questa frase? E' come dire: "Mangio solo arrosto perchè
la carne non mi piace!". Insomma, magari ora qualcuno ci resta male, ma sia ben chiaro che l'organetto è una
fisarmonica. Sono le fisarmoniche, loro, a dividersi in
fisarmoniche cromatiche e fisarmoniche diatoniche. L'organetto è una fisarmonica diatonica.
L'organetto è una fisarmonica che suona solo scale diatoniche, ed è per questo
motivo che si dice diatonica. Solitamente l'organetto suona due scale diatoniche, ed è per quello che la tonalità dello strumento viene descritta
attraverso la giustapposizione di due note che ne identificano le scale suonate (SOL/DO, FA/SIb, ecc.).
L'organetto le ha tutte! Oltre ad avere il vizio di essere una fisarmonica diatonica, è anche bitonico (o bisonoro)! Che scandalo! Svergognato!
Si dice bitonico perchè premendo un singolo tasto si ottengono due suoni (due toni): uno aprendo, uno chiudendo il
mantice. E' questa forse
la caratteristica più peculiare della fisarmonica diatonica rispetto a quella cromatica.
Se entrate in un negozio di strumenti musicali e chiedete di farvi vedere l'organetto, può capitare che la commessa vi apostrofi a male parole e vi cacci fuori
dal negozio: "...e non si faccia più vedere, sporcaccione!". O peggio, l'esercente potrebbe guardarvi con occhi diabolici iniettati di sangue e con aria
eccitata condurvi furtivamente nei pressi di una vetrinetta impolverata al cui interno sono esposti due o tre esemplari di organetto tra i più tristi,
di marca spesso improbabile, tipo "Calopresti", "Crampitelli", "Cagorzi", e che ve li spacci come strumenti eccezionali che solo un
destino benigno e ineffabile poteva portarli al vostro cospetto mentre dentro di sè sta pensando "santa Rosalia ti prometto che metto giudizio se mi
sbarazzi di questi catorci!". In Italia sono pochi i negozi con una buona scelta di organetti, perchè di solito questo strumento si compra
direttamente dai costruttori. Qualche nome? Castagnari, Giustozzi, Baffetti, Saltarelle. Tuttavia chi suona lo sa: il top sono i Castagnari (anche se comprarlo spesso significa recarsi in banca per accendere un mutuo, ma ne vale la pena). Non essendo un prodotto industriale, si ordina e poi si aspetta, anche quattro mesi... non arrabbiatevi quindi, non sproloquiate di efficentismo e tempi di consegna a un buon liutaio, perchè il tempo è dalla parte della qualità!
L'Accademia del Mantice riserva solo ed esclusivamente ai suoi allievi, anche a quelli iscritti al Corso Online, una consulenza gratuita per l'acquisto del primo organetto. Comprare un organetto infatti non è facile, bisogna scegliere il modello, le voci, l'intonazione adatti ai propri interessi, e si devono evitare le tante fregature disponibili nel mercato dell'usato. L'esperienza della Scuola è determinante per orientare lo studente alla giusta scelta al minor costo possibile. Per ulteriori informazioni e consigli sull'acquisto potete contattare la direzione della scuola.
Comprare un organetto è un piccolo investimento, ma se fatto con accortezza non ci si perde. Chiaramente è meglio puntare sulla qualità e comprare il
meglio anche perchè un buon strumento, nel caso vogliate rivenderlo, non si svaluta di molto. Un organetto otto bassi per un principiante che voglia
iniziare da zero costa intorno ai 900/950 euro (i prezzi comunque possono variare molto da costruttore a costruttore). Quindi un due bassi costerà un quarto? No!
Costa più o meno lo stesso. Mentre se vogliamo un organetto con tre file (una fisarmonica cromatica bisonora) con 18 bassi, magari a tre voci, dobbiamo prepararci a sborsare
cifre che possono arrivare anche oltre i 4000 euro. E se le cose vanno avanti di questo passo, presto gli organetti saranno usati come bond per il salvataggio delle banche...
Sì, vanno bene, per concimare l'orto. Non è uno scherzo, esistono davvero e qualche negozio irresponsabile li commercializza.
Il consiglio è: trovare un buon avvocato e denunciarli per circonvenzione d'incapace.
L'organetto è uno strumento musicale come gli altri e, come con tutti gli altri strumenti, richiede impegno, studio, applicazione e soprattutto
passione. La risposta potrebbe essere: "no, non è difficile", perchè è uno strumento musicalmente limitato (nel senso che non è cromatico) e non consente
pertanto progressioni armoniche complesse, inoltre è molto intuitivo e
consente di "suonare subito" (ricordiamoci che solo per imparare a tenere correttamente
l'archetto un violinista ha bisogno mediamente di un anno). La risposta potrebbe anche essere: "sì, è difficile", e i motivi sono sostanzialmente tre.
Il primo è che l'organetto produce due suoni per ogni tasto e questo, soprattutto all'inizio, getta nello sconcerto qualsiasi musicista. Il secondo è che per suonare
qualsiasi tipo di musica con l'organetto è necessario in un certo senso scavalcare la sua limitatezza musicale attraverso una serie di
tecniche esecutive che possono essere anche complesse. Insomma, ogni brano suonato con l'organetto è la soluzione di un problema. Il terzo motivo è che tra gli strumenti musicali è
quello che richiede alla mano sinistra (solitamente la meno abile) di compiere ben tre funzioni contemporaneamente: suonare i bassi, agire sulla valvola di sfiato,
aprire o chiudere il mantice. Il tutto tenendo il ritmo e curando il volume e l'espressione del suono. Conclusione: non prendiamo sotto gamba l'organetto e,
soprattutto, la complessità del linguaggio musicale.
Le voci sono le ance, fisse in questo caso cioè non rimuovibili, che producono il suono. Ci sono organetti a una, due, tre, e più voci. Solitamente
si suona il due o il tre voci. In alcuni organetti, inoltre, le voci possono essere abbinate secondo varie combinazioni producendo sonorità
differenti.
E' molto difficile! Gli organetti buoni usati mantengono il prezzo. Per gli organetti non vale la legge di mercato per cui l'usato abbassa drasticamente i prezzi, anzi.
Alle volte un determinato modello non più in costruzione può costare come o più del nuovo. La cosa importante è comunque poterlo vedere e ascoltare prima
di acquistarlo, ed è per questo che è sconsigliabile acquistare organetti su ebay se non si vuole correre il rischio di qualche fregatura!
Certo! di solito è fatto con ottimo legno stagionato che brucia nella stufa che è una bellezza! Attenzione con gli organetti in celluloide, potrebbero inquinare se bruciati!
Il mantice è di carta e quindi lo portate al cassonetto senza problemi. Mentre i tasti possono sempre tornare utili come bottoni o pedine della dama.
L'organetto non è solo uno strumento del Suditalia. Siamo infatti di fronte a quello che potremmo definire un "Welt Instrument", uno "strumento del mondo".
Nata e ideata in Austria, la fisarmonica diatonica si è poi diffusa in tutti i continenti ed è oggi tra gli strumenti musicali più suonati al mondo.
In questo suo peregrinare ha anche preso forme assai particolari quali il due bassi italiano, il modello per la musica
Cajun a una fila, il tre file sudamericano per suonare la Salsa usato anche per la musica
Tex-Mex, il modello
Stiriano (Steirische Harmonika),
la Trikitixa basca, l'organetto irlandese.
Tutto dipende dal tipo di repertorio che volete suonare. Se avete l'intenzione di dedicarvi prevalentemente alla musica del Suditalia, allora vi basterà
un semplice due bassi (magari calabrese o abruzzese). Vi inchioderete a vita su due accordi maggiori e potreste subirne un pericoloso contraccolpo psicologico
(alcuni suonatori di tarantella e pizzica sono stati sorpresi presso le biglietterie delle grandi stazioni ferroviarie, coi vestiti
laceri, a chiedere con un filo di voce "scusi, ha 50 centesimi che mi serve un accordo minore?". Il milanese di solito risponde
"Ma va' a laurà, pirletta!"). Se invece volete ampliare i vostri orizzonti musicali anche verso le culture musicali internazionali (francese,
basca, irlandese, klezmer, scandinava, sudamericana, tango, e chi più ne ha più ne metta) allora un otto bassi può essere una ottima scelta. Nulla ci vieta di
comprare in un secondo momento un due bassi per eseguire specificamente il repertorio tradizionale del Suditalia.
In un'epoca strana in cui gli esseri umani amano gonfiarsi le tette, le labbra e si imbotulinano le rughe per avere (secondo loro) un migliore approccio
con il prossimo, in quest'epoca di rifatti, dicevo, c'è chi si "rifà" anche l'organetto e sono coloro che "girano la nota", modificando cioè lo strumento
con lo scopo di fargli suonare un SOL dove un SOL non dovrebbe starci. Una bella terza di reggiseno non si nega a nessuno! Insomma, ognuno col proprio
organetto può farci quello che vuole, e fin qui siamo d'accordo. Ma ciò che è sostanzialmente un errore teorico armonico e costruttivo, o forse più
semplicemente una personale quanto legittima sperimentazione, non costituisce per forza di cose la soluzione per una "maggiore versatilità" della tastiera. L'accorgimento in questione, infatti, ha il solo scopo di rendere più facile l'esecuzione di un ristretto
numero di brani del Suditalia (solitamente tarantelle e pizziche) riproducendo sull'otto bassi la stessa disposizione delle note presente sui due bassi
tradizionali. Ma un otto bassi ha un repertorio molto più esteso rispetto a un due bassi e una tale modifica ne inficia profondamente le possibilità esecutive costringendo spesso l'organettista a una errata posizione della mano. Conclusioni. Se volete suonare stornelli, tarantelle, pizziche, saltarelli,
non ve lo comprate neanche un otto bassi, un due bassi tradizionale risulterà ottimo. Ma in tutti gli altri casi, NON vi fate mai girare la nota.
Pensateci molto bene prima di prendere lezioni di organetto da chi suona con la nota girata poichè rischiereste di assumere posture e vizi esecutivi poi
difficili da eliminare. E se vi vendono un organetto usato con la nota girata fatevi scalare il costo della "riparazione".
Generalizzando, possiamo suonare:
Grazie alla sua portabilità, come tutte le fisarmoniche, l'organetto si presta a essere suonato in strada, e ci si guadagnano anche dei bei soldi!
Tuttavia alcuni psicologi di scuola freudiana avrebbero dichiarato che l'organetto, rispetto ad altri strumenti da strada quali il sassofono, la chitarra
o il flauto, mancherebbe dell'elemento fallico (pensiamo al manico della chitarra, o al sassofono, al flauto, o agli strumenti ad arco con quel bel lungo archetto tra le mani...) e sarebbe questa la ragione per cui avrebbe una minore capacità di attrazione nei confronti del pubblico
rispetto agli altri strumenti. Per cui, un consiglio: prima di suonare in strada attaccate sempre una banana al mantice!
Se non avete particolari esigenze di suonare con altri strumenti o per accompagnare la voce umana, la tonalità più diffusa è quella di SOL/DO. Potremmo
dire che si sia affermata come la tonalità standard. Tuttavia un organetto in questa tonalità arriva a toccare note molto acute nella sua estensione
estrema, cosa che può anche non piacere. L'alternativa è quella di farsi costruire un organetto in FA/SIb, che oltre ad avere il vantaggio di un suono più caldo
e scuro (suona infatti un tono sotto il SOL/DO) si accorda perfettamente con tutti gli strumenti a fiato in SIb. Lo svantaggio è che non potrete suonare più in duo
con gli organetti standard. Pro e contro, come sempre. A voi la scelta.
E' un organetto come gli altri ma intonato diversamente, nel senso che le due scale diatoniche su cui si basa sono alla minima distanza di un
semitono. Pertanto se decidiamo di farci costruire un organetto irlandese ce lo faremo fare in SI/DO, FA/FA#, DO/DO#, e così via. Questo
stratagemma permette di avere tutte le note di una scala cromatica, ma il fraseggio musicale fa ampio uso della tecnica del push/pull, ovvero frequenti e
improvvisi cambiamenti di mantice, com'è nello stile irlandese, mentre i bassi quasi non si toccano.
Essendo l'organetto uno strumento basato solitamente su una o due scale diatoniche, gli mancano molte note della
scala cromatica. In un organetto in SOL/DO, ad esempio,
prendendo come riferimento visivo la tastiera di un pianoforte, l'unico tasto nero disponibile è il FA#, compreso dalla scala diatonica di SOL.
Da un po' di anni ormai i costruttori
hanno aggiunto su alcuni modelli una terza fila di tasti (o solo una mezza fila) per supplire a questa carenza. Le note della terza fila possono essere
alterazioni, oppure note già comprese nelle due file diatoniche ma da suonare con direzione di mantice differente. E' utile avere una mezza fila di alterazioni in più se ci si vuole
sbizzarrire o specializzare in determinati repertori, quali la musica klezmer (perfettamente suonabile anche con l'organetto a 8 bassi), oppure semplicemente per poter aggiungere cromatismi e abbellimenti più articolati alle melodie già suonate su un normale due file. Se poi l'organetto incomincia a starvi stretto e volete passare a un 18 bassi 3 file, allora significa semplicemente vi serve una fisarmonica cromatica, e una fisarmonica cromatica bisonora a 18 bassi potrebbe essere una soluzione.
D'accordo, abbiamo deciso di fare il grande salto: il nostro otto bassi non ci basta più, abbiamo intenzione di scrivere un arrangiamento per organetto
della Missa Solemnis di L. W. Beethoven e ci serve giusto qualche notuzza in più. Ci compriamo un organetto a tre file! Ma che note ci mettiamo su questa fila in più?
Nonostante gli organettisti non siano delle cime nella scienza dell'armonia, di solito si lanciano nella progettazione di terze file personalizzate in grado, secondo loro, di trasformare l'organetto in una macchina da musica mai vista prima. Sarà. Ma una terza fila di alterazioni su uno strumento diatonico è sempre un compromesso, una pezza "cromatica" su uno strumento essenzialmente diatonico. La conferma di ciò è che quasi tutti gli "organettisti" che suonano la cromatica bisonora si fanno mettere una bella scala cromatica tutta in apertura, e così hanno risolto (infatti li vedrete nei video suonare il 90 percento della musica aprendo il mantice). Ci limiteremo in questa sede a segnalare che nella sezione "Intavolature" alla voce "Organetto" del menù principale di questo sito sono presenti tutte le configurazioni più diffuse, nella speranza che la scelta ricada almeno tra una di queste (la Jean-Pierre Leray è un'ottima scelta, ad esempio).
Oggi tutto tende a essere "big". Dal "Big-Mac" all'alta velocità, dal "grattacielo più alto del mondo" al "ponte più lungo", tutto tende al
gigantismo, e le dimensioni di una discreta berlina
degli anni Settanta oggi sono quelle di una banale city-car. E se il due bassi è la Panda degli organetti, il 18 bassi a tre file è sicuramente il SUV
(e forse andrebbe perfino tassato). Perchè tutto questo? Con l'otto bassi si era raggiunto uno standard condiviso a livello internazionale (almeno europeo,
sicuramente, sia per il modello italiano/francese sia per quello irlandese) ma con la deriva delle terze file le cose sono cambiate. L'idea di uno strumento
universale (come lo è il pianoforte, il violino, la chitarra) è stata sacrificata sull'altare della creatività, o forse semplicemente della comodità.
Uno spettro si aggira per l'europa, ed è un certo narcisismo autistico degli organettisti che si fanno costruire organetti ognuno diverso dall'altro, per poter
suonare in modo più agevole questo o quell'altro repertorio e così due organettisti che si incontrano se hanno un tre file non possono scambiarsi gli strumenti, spesso
neanche le partiture delle loro composizioni perchè tecnicamente incompatibili e ognuno se ne va per la sua strada suonandosi addosso. La soluzione? Non c'è! Un consiglio? Quello sì, fermatevi al 12 bassi,
lo strumento peserà (e costerà) di meno, riuscirete a fare tutto quello che fa un 18 bassi e non pagherete neanche la soprattassa!
Sì, può succedere, soprattutto se chi inizia a suonare l'organetto conosce già la musica e/o sa già suonare uno o più strumenti musicali. In ogni caso,
almeno all'inizio, è fortemente consigliabile una serie di lezioni per una corretta impostazione delle mani e della postura. Inoltre, c'è sempre da
imparare, e, una volta consolidata una tecnica di base, la partecipazione a stage di perfezionamento su determinati argomenti tecnici o su un determinato
repertorio, non potrà che arricchire la vostra cultura musicale come anche la vostra tecnica esecutiva. Una ottima soluzione, se non trovate un insegnante che vi ispiri o se semplicemente non avete il tempo per frequentare delle lezioni, c'è l'ottima soluzione del Corso Online, il metodo di organetto internazionalmente riconosciuto come uno tra i migliori strumenti per l'apprendimento. Per ulteriori informazioni contattare la direzione della scuola.
Quello che potrebbe sembrare il prologo a una battutaccia da avanspettacolo è invece un punto fondamentale della tecnica esecutiva. Non c'è una
posizione "giusta" del pollice, ma quattro possibilità. Un organettista, infatti, deve saper usare il pollice della mano destra in quattro modi differenti
a seconda di ciò che sta suonando. Più precisamente, il pollice può essere posto dietro alla tastiera (alcuni organetti, soprattutto due e quattro bassi,
hanno un apposito occhiello); può essere appoggiato sul bordo della tastiera (che solitamente è incavato allo scopo); può essere lasciato libero, cioè
non in contatto con lo strumento (tecnica utile per i passaggi più veloci e tecnici); può essere usato per suonare le note della tastiera (in particolare
per produrre effetti di polifonia).
Non è indispensabile. Conoscere la teoria musicale certamente è un vantaggio, ma la natura diatonica dello strumento permette di suonarlo anche senza
conoscere la musica. Tuttavia, un buon insegnante di organetto dovrebbe sempre comunque affiancare a lezioni pratiche sullo strumento anche una serie di momenti
didattici per illustrare le conoscenze basilari di solfeggio, ritmica e armonia.
Risposta breve. Le tablature servono a rovinare la musicalità di qualsiasi essere umano. Risposta lunga. La notazione classica delle note su pentagramma richiede la conoscenza da parte dell'esecutore delle note sulla tastiera del proprio strumento e una
certa capacità di lettura della notazione musicale ordinaria per poter correlare alla tastiera le note scritte sul rigo musicale. Esostpno le tablature solo per quegli strumenti che possono suonare la stessa nota in posizioni diverse, come ad esempio la chitarra o l'organetto. Non esistono tablature per strumenti conme pianoforte, clarinetto o fagotto, tanto per dire.
Nelle tablature (o intavolature) le note sono scritte in un sistema più semplice che indica direttamente come eseguirle sul proprio strumento. La tablatura facilita la lettura e l'esecuzione delle note sul proprio strumento. La tablatura per organetto, oltre a fornire la notazione
musicale classica, presenta tutte le indicazioni sui tasti da premere, se sulla prima o seconda fila, se col mantice in apertura o in chiusura, e
naturalmente l'indicazione degli accordi di accompagnamento. Possono essere di qualche aiuto a chi inizia a suonare solo per incominciare a apire la natura dello strumento e
i suoi meccanismi basilari di funzionamento ma, col progredire della conoscenza dello strumento, si dovrebbero abbandonare per un approccio più musicale
alla melodia e per l'agognato ingresso nel fantastico mondo dell'improvvisazione!
E' di sinistra, ma con qualche eccezione... il due bassi calabrese è la sinistra extraparlamentare, sempre
arrabbiato e col chiodo fisso della rivoluzione, sbuffa e si dimena, urla più forte di tutti e si fa sentire in piazza, la gente è con lui finchè suona, poi
gli girano le spalle e tutti a casa. Il quattro e otto bassi in celluloide, di lacca rossa e madreperla, è la sinistra sindacale, quella che va a fare
i blocchi in autostrada perchè non la vogliono la discarica nucleare in quel paese, proprio no! Ma quel camionista nerboruto che lo suona lo sa che quelli
del partito su a Roma suonano ben altra roba. L'otto bassi Castagnari è riformista, moderato, elegante, la vera fisarmonica diatonica, impeccabile, la rivoluzione a tempo debito. L'otto bassi suona "Oh bella Ciao" (nella versione originale delle mondine che fa più figo e più filologo impegnato...) sfoggiando nostalgici accordi minori per addolcire gli animi, placarli perchè l'otto bassi sa che la rivoluzione va guidata con intelligenza e riflessione. Strizza l'occhio a quel no-global del 12 bassi, con quella terza fila che gli fa suonare cose strane,
un po' orientali, è esotico e ci fa capire che un altro mondo (musicale) è possibile! E poi vengono le dolenti note... Il tre file con 18 bassi è la finta sinistra con la doppia faccia, il 33 tasti 18 bassi è di fatto una fisarmonica cromatica bisonora ma da tutti vuole essere chiamato organetto, lui è l'impostura, l'inganno, è
arrivato per ultimo e alcuni lo guardano con sospetto. I due bassi calabresi addirittura lo accusano di tradimento: "Ti sei venduto alle fisarmoniche cromatiche! curnutu!". Il 18 bassi in effetti è un po' renziano, berlusconiano, è mastelliano, non si sa bene se stà di quà o di là... Ma alla fine la cosa più importante è suonare tutti insieme.
|
||
|
CREDITS | PARTNERSHIP | SOCIAL |
Copyright 2015
Accademia del Mantice Powered by"GVD Communication" |