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La Fisarmonica diatonica e gli "organetti" cromatici

Fisarmonica diatonica (organetto)


La fisarmonica diatonica

L'evoluzione organologica della fisarmonica diatonica, o organetto, ha seguito nel corso della seconda metà del XX secolo un vero e proprio percorso di trasformazione dello strumento. La fisarmonica diatonica, lo strumento popolare diffuso in tutta italia e in Europa, trova le sue principali peculiarità nel fatto di essere uno strumento musicale basato, impostato su scale diatoniche, e nel fatto di essere uno strumento bitonale, nel senso che ogni singolo tasto produce due suoni, uno aprendo il mantice, e l'altro chiudendo il mantice.

L'organetto in SOL-DO, noto a tutti, e il più diffuso in Italia e Francia, deve la sua definizione proprio alla caratteristica costruttiva di essere impostato su due scale diatoniche di SOL e di DO, sulle rispettive due file. L'impianto diatonico dello strumento rimane tale anche nel momento in cui vengono aggiunte le quattro alterazioni sui primi due tasti in alto di ogni rispettiva fila. Queste quattro note "extra diatoniche" (SOL diesis, SI bemolle, MI bemolle e DO diesis) apportano all'organetto un ampio ventaglio di potenzialità espressive e musicali. Per questo motivo, lo strumento "fisarmonica diatonica" con alterazioni, nonostante risulti capace di affrontare i repertori più svariati, rimane basato su un rigoroso impianto diatonico.

Fisarmonica diatonica irlandese

Altre tipologie di fisarmonica diatonica

Sono strumenti di impianto diatonico anche gli organetti a tre file (SOL DO FA, ogni fila suona infatti una scala diatonica) adoperati nel repertorio Tex-Mex, come anche la famosa irish button box (o organetto irlandese) le cui due scale diatoniche sono poste all'intervallo di un semitono (SI DO, le due scale diatoniche sono quelle di SI e di DO).

E' importante notare che, nel caso dell'organetto irlandese, anche se lo spettro dei suoni prodotti dalle due scale diatoniche di SI e di DO risulta essere cromatico, coprendo tutte le 12 note della scala cromatica, tuttavia lo strumento nasce e rimane uno strumento di impianto diatonico, ovvero basato su due scale diatoniche.

Fisarmonica diatonica a 10 alterazioni

Evoluzione della fisarmonica diatonica

Nel corso del tempo, rincorrendo motivazioni di carattere culturale, musicale e di show businness, lo strumento "fisarmonica diatonica" ha subito una serie di modificazioni che hanno cercato di adattare lo strumento a nuovi repertori musicali e a nuovi stili esecutivi.

La fisarmonica diatonica viene spinta verso una sempre maggiore versatilità, a partire proprio dall'aumento costante del numero di alterazioni, ovvero delle note extra diatoniche in aggiunta alle due scale diatoniche. In particolare, in un primo momento, le alterazioni passano da quattro a dieci. I bassi passano da otto a dodici. Ciò nonostante, questa tipologia di strumento si può ancora definire diatonica proprio per il fatto che le due file principali rimangono strettamente diatoniche e per il fatto che non si riesce a coprire ancora l'intero spettro cromatico di almeno due ottave.

La fisarmonica diatonica trova in questa tipologia costruttiva la sua forma più evoluta ed esasperata, oltre la quale prenderà forma un nuovo strumento musicale. Lo "sviluppo" successivo ha infatti portato lo strumento verso un impianto cromatico. Non si dovrebbe quindi parlare di "evoluzione" ma, piuttosto, dell'invenzione di un nuovo tipo di strumento musicale: la "fisarmonica cromatica bitonale".

Fisarmonica cromatica bitonale

La fisarmonica cromatica bitonale

Un nuovo tipo di strumento musicale nasce definitivamente con l'aggiunta di una completa terza fila di sole alterazioni e soprattuto con la modificazione delle due file di impianto diatonico. Infatti, nelle "fisarmoniche cromatiche bitonali" le due file principali vengono trattate liberamente, muovendo, sostituendo, spostando note a seconda delle proprie necessità musicali con il risultato estremo, ormai oggi molto diffuso, di ottenere una tastiera completamente cromatica in apertura di mantice, sul modello delle fisarmoniche cromatiche a bottoni.

E' importantissimo notare che l'aspetto tradizionale, storico e sostanzialmente standard relativo allo strumento diatonico, viene completamente a mancare con l'invenzione delle nuove "fisarmoniche cromatiche bitonali". E' chiaro infatti che non ci si trova di fronte a un nuovo strumento musicale standardizzato, entrato nella tassonomia organologica ufficiale, ma piuttosto si rende evidente sempre di più che tale strumento rappresenta un "campo d'azione" libera, alle volte disordinata, di una moltitudine di suonatori differenti, alcuni professionali altri no, che richiedono ai vari costruttori di volta in volta la costruzione di "fisarmoniche cromatiche bitonali" iper personalizzate per assecondare singoli repertori o generi musicali.

Fisarmonica cromatica bitonale a 44 tasti
La creazione di questo nuovo strumento musicale trova il suo completamento nell'aumento della tastiera dei bassi, da otto a diciotto o ventiquattro bassi e anche nell'aggiunta, in alcune fisarmoniche, di una quarta fila, che porta ad un ulteriore aumento del numero delle note di estensione dello strumento, dagli originari 21 tasti della fisarmonica diatonica (organetto) agli attuali 33 o 44 della "fisarmonica cromatica bitonale". Ma anche questo non rappresenta uno standard. Ci sono "fisarmoniche cromatiche bitonali" costruite su cinque file, alcune di queste bitonali e altre no, con i bassi completamente NON bitonali, oppure impostati secondo la disposizione delle fisarmoniche cromatiche, oppure completanente cromatici sia al canto che ai bassi e completamente NON bitonali.


Semitoun

Involuzione di una evoluzione

La forma attuale della "fisarmonica cromatica bitonale" sembra corrispondere a una tipologia strumentale già nota agli inizi del XX secolo con il nome di Semitoun. In area occitana e francese, si prenda ad esempio il fisarmonicista Daniel Denechau, la fisarmonica diatonica (organetto) era spesso affiancata, e lo è tuttora, da uno strumento cromatico capace di suonare tutti i 12 SEMITONI della scala cromatica, e proprio da questa sua caratteristica prende il nome "Semitoun" che semanticamente va proprio a identificare la scala cromatica in contrapposizione a quella diatonica suonata dall'organetto.

E' lo stesso Silvio Peron, storico suonatore ed esperto di organetto, che ci conferma una netta e chiara distinzione tra i due strumenti: "Curiosità legata al semitoun era l’utilizzo generalizzato, per quanto più possibile, della tecnica cosiddetta incrociata tra la prima e la seconda fila che permetteva di 'smanticiare' il meno possibile, viste anche le dimensioni ed il peso dello strumento rispetto all’organetto". Parole che ritraggono perfettamente i limiti e le caratteristiche esecutive delle attuali fisarmoniche cromatiche bitonali.

Daniel Denechau
L'equivoco pare quindi appartenere all'epoca moderna e trae la sua origine proprio dal fatto che le "fisarmoniche cromatiche bitonali" hanno continuato ad essere denominate "organetti" quando "organetti" non lo sono. Difficile sapere con certezza quali siano le ragioni di questa persistente indeterminatezza terminologica, ma non è escluso che alcuni meccanismi di marketing musicale e di autopromozione abbiano spinto artisti e costruttori a mantenere evanescente il confine tra organetto e fisarmonica cromatica.

L'Accademia del Mantice, in questa prospettiva, si è occupata da sempre di organetto (fisarmonica diatonica), offrendo accurati percorsi didattici per questo strumento e stage di perfezionamento. La fisarmonica cromatica bitonale non rientra infatti nell'ambito di interesse e di azione didattica dell'Accademia. Anche il celebre Corso Multimediale Online di Organetto è dedicato interamente alla fisarmonica diatonica (organetto) e rappresenta ad oggi quanto di meglio si possa trovare in termini di evoluzione di tecnica esecutiva e di repertorio per detto strumento.


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